I tablaos: templi del flamenco
30 maggio, 2024
Dalla loro comparsa all’inizio del XX secolo fino ad oggi, i tablaos sono sempre stati in Spagna templi per gli artisti e gli appassionati di flamenco, i luoghi in cui viene conservata l’essenza di questa arte enigmatica e impulsiva. Questi posti prendono il loro nome dai tavoli che compongono il palcoscenico sul quale si balla, si canta e si suona, e si caratterizzano per avere la danza come protagonista.
I tablaos più iconici della storia del flamenco sono concentrati in tre città: Barcellona, Madrid e Siviglia. Nella capitale catalana, oltre al Tablao de Carmen, che abbiamo aperto nel 1988 in onore della ballerina barcellonese Carmen Amaya, un’altra sala storica della città è il Tablao Cordobés. Situato sulle Ramblas, che è stato fondato nel 1970 dalla coppia d’artisti Luis Adame e Irene Alba, e è diventato rapidamente un luogo di culto per le leggende del flamenco del secolo scorso: Camarón, Farruco, Pansequito, Bambino o Lole y Manuel hanno formato il gruppo artistico nei suoi primi anni. A pochi metri dal Cordobés, in Plaza Real, si trova il Tablao Los Tarantos, che con 60 anni di storia è il più antico della città e mantiene un’offerta flamenca settimanale con il meglio della scena locale e nazionale.
Madrid e Siviglia, capitali del flamenco
A Siviglia, luogo di nascita del flamenco insieme a Cadice, si trova il Tablao Los Gallos. È stato fondato nel 1966 nel centro del quartiere di Santa Cruz, e nei suoi primi giorni ha ospitato le voci incomparabili di La Paquera de Jerez o Antonio Mairena. E vicino a Los Gallos, tra La Giralda, la Plaza de Toros La Maestranza e la Torre del Oro, si trova il tablao El Arenal, che il New York Times ha descritto nel 1995 come l’angolo con il flamenco più autentico in Spagna.
Anche Madrid ospita un gran numero di tablaos. Tra questi, l’unico al mondo con una stella Michelin, El Corral de la Morería, e anche l’unico a cui è stato assegnato il titolo di Miglior Tablao del Mondo da parte del Museo del Prado, del Museo Thyssen e del Museo Reina Sofía. Si tratta di uno dei più antichi della capitale (aperto nel 1956), insieme ad altri storici come Torres Bermejas o Tablao 1911 (ex Villa Rosa), che coesistono nella capitale con tablaos di recente apertura, come il Tablao de la Villa (presso i locali del Café de Chinitas) oil Flamenco de Leones, entrambi aperti nel 2022.
Spazi sacri per artisti
Nel 2020, a causa delle difficoltà causate dalla pandemia, 16 tablaos di tutta la Spagna si sono uniti per fondare l’ Associazione Nazionale dei Tablaos Flamencos di Spagna (ANTFES), la prima nella storia. I primi obiettivi dell’associazione erano legati agli ostacoli posti dalla chiusura dei locali a causa del COVID-19. Poco dopo la sua creazione, la cantante Rosalía, formata nel canto all’ESMUC e al Taller de Músics di Barcellona, nonché nei circoli flamenco della città, ha realizzato un video per l’account ANTFES esprimendo il suo sostegno all’associazione, che ha aumentato la sua visibilità e il suo impatto: “Tutti i tablaos in Spagna sono templi per gli artisti del flamenco, sono luoghi sacri che aiutano a mantenere viva questa musica, e da qui voglio inviare tutto il mio sostegno”, ha detto sul suo account Instagram.
Tablao: sinonimo di flamenco
Rosalía, prima del boom che l’ha portata al successo, si è esibita in diversi tablaos storici della Spagna, come ad esempio il Tablao de Carmen e Casa Patas. Nel programma TVE “Caminos del flamenco”, ha raccontato a Miguel Poveda che il suo concerto al Casa Patas nel 2016 è stato il momento della sua carriera in cui si è sentita più connessa con sé stessa: “Penso che all’inizio fossi così intimidita dall’andare a cantare in un posto del genere, ma poi mi sono detta ‘Va bene, me ne dimentico’”, ha raccontato la catalana. Anche se Casa Patas, un locale emblematico, ha chiuso nel 2020, i tablaos sono attualmente lontani dall’estinguersi. Anzi, stanno proliferando. Ad aprile 2024, il Tablao Cordobés ha aperto un nuovo locale sulla stessa Rambla, il Tablao El Duende.
L’Associazione ha anche servito da richiamo al Ministero della Cultura per chiedere che il flamenco sia introdotto nei programmi scolastici e per chiedere che i tablaos, case del canto, del suono e della danza, così fondamentali per la musica nazionale, siano dichiarati “Patrimonio Culturale Immateriale di Interesse Generale per il Nostro Paese”. Perché, come dice il motto dell’ ANTFES, poche parole sono più strettamente legate al flamenco della parola tablao.